Il processo di creazione di un fantasma nel lutto può prendere avvio nel momento in cui, dopo la perdita di un membro della famiglia, quest’ultima non riesce a ritrovare un nuovo stato di equilibrio e ridefinire le relazioni al suo interno. Può accadere che, a causa dell’impossibilità di ridefinizione del sistema, per mantenere intatte le relazioni e le dinamiche come prima della morte della persona, si crei un fantasma che può reincarnarsi attraverso un sintomo in un membro della famiglia o che rimanga fluttuante, senza corpo. La non risoluzione di un lutto, quindi, permette al fantasma di diventare un membro integrale del sistema familiare (Goldbeter-Merinfeld, 2014, 119).

Goldbeter-Merinfeld sostiene che, quando l’elaborazione del lutto non prende avvio e il sistema si blocca attorno alla nascita di un fantasma, si creano queste situazioni (Goldbeter-Merinfeld, 2014, 120):

  • la persona deceduta è o idealizzata o demonizzata e non ricordata come un essere umano, con pregi e difetti.
  • i fatti riguardanti la morte sono, spesso, confusi, incerti e irreali.
  • i familiari parlano del defunto come se fosse ancora in vita o non ne parlano mai.
  • quando si parla del defunto, ciò viene fatto con un’intensità emotiva importante.

Secondo Jhon Byng Hall (1991), spesso può accadere che un membro della famiglia svolga le funzioni del defunto, fino ad assumerne l’identità, è come se la persona rimanesse “in vita”. Un esempio ne è il FIGLIO SOSTITUTIVO.

Il fantasma nel lutto e il figlio sostitutivo

Il figlio sostitutivo ben rappresenta l’idea di fantasma nel lutto. A volte accade che un figlio venga concepito espressamente per prendere il posto del figlio morto. Non è raro che gli venga attribuito lo stesso nome o un nome molto simile a quello del fratello scomparso. La morte del figlio non è stata elaborata e questo riappare, come fantasma, nel fratello che dovrà costruire la sua identità attorno ad un corpo estraneo che i suoi genitori hanno deposto in lui. Accanto a tale fantasma il fratello non può che provare la propria insufficienza rispetto alle attese dei genitori, poiché rimpiazzare l’insostituibile è impossibile. (Kramer 1984, in Goldbeter-Merinfeld, 2014, 123). Molto spesso questo figlio diventa il paziente designato della famiglia, manifestando attraverso un sintomo, la sua uscita, proprio come un fantasma: il suo sviluppo si arresta, insieme al ciclo evolutivo della sua famiglia. Un periodo favorevole all’instaurarsi si questi blocchi può coincidere quando il paziente designato raggiunge l’età del fratello-fantasma.

Affinché un non lutto rimanga inelaborato, dando avvio ad un lutto patologico o all’instaurarsi di un fantasma, è necessario che l’addio possa essere favorito e visibile anche ai bambini, seppur piccoli. Come sottolinea Bowen (1976 in Goldbeter-Merinfeld, 2014, 125), la funzione dei rituali funebri è quella di portare i sopravisuti in contatto intimo con la persona morta, il rituale serve a mettere termine alla relazione e a trasformarla, per poi continuare nella vita.

Tratto da Il lutto impossibile, Edith Goldbeter-Merinfeld, 2014

Come terapeuta mi occupo di percorsi di sostegno o psicoterapia  a individui o famiglie che si trovano di fronte ad un lutto difficilmente elaborabile o a condizioni di malessere nate dopo la morte di una persona cara. Ricevo a: