Diego, uomo di 50 anni, mi contatta in quanto non riesce a darsi pace dopo la fine della relazione con la sua amante. Elisa è diventata una vera e propria ossessione d’amore che lo tiene attivo nel ripensare e rimuginare giorno e notte. Diego è sposato con un figlio di 12 anni. Sono una famiglia felice, lui è un buon padre, ma manca totalmente il legame di coppia con la moglie. Ormai la loro relazione si basa solamente sull’essere genitori, per il resto sono due buoni coinquilini che vanno d’accordo. Da parte di entrambi non è presente la volontà di separarsi. Il loro incastro, infatti, avvenuto 20 anni prima, si è basato quasi esclusivamente sul “fare famiglia”, per andare a riproporre, da parte di Diego, la buona famiglia nella quale è cresciuto, da parte della moglie per riparare alla sofferenza vissuta con la separazione dei suoi genitori.

In un clima di questo tipo, Diego incontra Elisa, assunta come segretaria nella sua azienda. Elisa è una donna complessa, reduce da una separazione difficile, con due figlie piccole a carico. Si confida con Diego, gli racconta la sua fatica e gli affida la sua sofferenza e lui, prontamente se ne fa carico perché “facendola stare bene, sentivo di fare del bene anche a me stesso”. Tra i due nasce una forte complicità che, ben presto, si trasforma in passione erotica e in un innamoramento travolgente, come quello di due adolescenti. Si vedono al lavoro, in gran segreto, e fuori da lavoro, in ogni momento libero che hanno. Quando non sono insieme passano ore al telefono, a tenersi compagnia sentendosi vicini, legati tra loro, pur non essendo uno accanto all’altro. La storia va avanti per molti mesi, ogni tanto parlano di un possibile progetto di vita insieme, ma entrambi concordano sul fatto che tra loro non ci potrà mai essere nulla di diverso. Il fuoco della passione rimane vivo fino a quando Elisa cambia atteggiamento, è più fredda ed evitante per finire con il confessare a Diego di avere un’altra relazione. A lui crolla il mondo addosso, sente di perdere una parte di sé. I due non si sentono per parecchi mesi, Diego sta molto male, non si da pace. Elisa, poi, ricompare e da quel momento la loro relazione vede un susseguirsi di amore e odio, di rabbia e passione, soprattutto da parte di Diego che, trovandosi in una situazione equivoca e poco chiara, vorrebbe l’esclusività. Elisa non gliela riesce a dare e puntualmente non si fa più sentire, per poi sparire del tutto.

Quando lo incontro, Diego è un uomo provato, gli manca Elisa e le situazioni con lei, a volte controlla se lei si trova online su WhatsApp, si chiede insistentemente cosa starà facendo, cosa pensa, se lo pensa, in che modo lo pensa. Appena riesce a dare risposta ad una domanda, ecco che ne spunta un’altra e, le sue giornate trascorrono così, con l’ossessione e la dipendenza da e per questa donna. Lavoro con Diego su molti temi che hanno a che fare prevalentemente con la sua vita affettiva, i suoi bisogni irrisolti e la possibilità di tollerare un rifiuto. Ragioniamo insieme sul lutto provocato dalla fine della relazione; un lutto a cui Diego non riesce a dare un senso, non riesce ad iscriverlo nella sua storia in quanto manca un elemento fondamentale, prima della perdita, fisica o simbolica, di una persona cara. Manca il saluto, la chiusura, che, in questa situazione si traduce con l’essersi comunicati la fine della storia. Quello che vive Diego è la conseguenza di un in-sospeso emotivo, di un vuoto che è rimasto aperto e che lascia senza risposta tante domande. Quindi, attraverso la tecnica della sedia vuota e le carte dixit, Diego ha cercato di chiudere; è stato difficile, trovare la carta dixit della chiusura, così come comunicare ad Elisa, seduta davanti a lui, la chiusura della relazione. Per Diego, infatti, chiudere equivaleva a dimenticare, ma, ragioniamo insieme che il senso della chiusura non è questo. Infatti, il passato non si può dimenticare ma deve far parte di ognuno di noi sotto forma di ricordo che, quando viene recuperato, può generare dolore, malinconia o gioia. Attraverso l’autorizzazione a ricordare, Diego ha risolto la sua ferita emotiva.  Un giorno per messaggio mi comunica “la mattina di tre giorni fa mi ha scritto lei…dopo molti mesi, per un buongiorno, per un paio di frasi sfociate poi in una bella e tranquilla telefonata. Mi sono sentito bene”. La seduta successiva trova la carta dixit della chiusura.

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