In questo articolo andrò a delineare le differenze tra la fecondazione eterologa e l’adozione.

Entrambi i percorsi prendono avvio da un esperienza di lutto biologico a causa di non poter avere un figlio con il proprio patrimonio genetico. Fondamentale è riuscire ad elaborare questa dimensione di perdita, altrimenti risulterà difficile accogliere e integrare nella storia familiare la differenza di origine. (Riccio, 2021, 117).

  • Se, da una parte, vi è l’esperienza traumatica all’origine della vita del bambino adottato, la ferita dell’abbandono, nella fecondazione eterologa c’è il dono dei gameti da parte di un donatore o di una donatrice.
  • Nella fecondazione eterologa vi è, per la madre e il padre, la possibilità di vivere la gravidanza, portando in grembo il proprio bambino, esperienza non possibile nel caso dell’adozione. Questo aspetto è molto importante per la coppia che può iniziare a conoscere il proprio bambino sin dal periodo della gestazione.
  • Un’altra importante differenza riguarda il tempo. Nella fecondazione eterologa i tempi sono più brevi rispetto all’adozione.
  •  La fecondazione eterologa permette una parziale connessione genetica con il bambino, a meno che non vi sia una doppia fecondazione a causa della sterilità di entrambi i partner.
  • Nella fecondazione eterologa pesa un vissuto di stigmatizzazione, rispetto invece ad una forte valorizzazione sociale dell’adozione. La stigmatizzazione è un vissuto doloroso per le coppie , già provate dall’infertilità o dalla sterilità, che contribuisce all’isolamento sociale e all’incremento di sentimenti di natura depressiva.
  • Nell’adozione vi può essere la paura della rivendicazione genitoriale dei genitori biologici, cosa non possibile nella fecondazione eterologa poiché è vietato risalire all’identità del donatore da parte della coppia ricevente e viceversa. (Riccio, 2021, 117, 118, 119).

Oltre a queste differenze tra fecondazione eterologa e adozione, vediamo alcune somiglianze. Uno degli aspetti più significativi di somiglianza tra i due percorsi è che in entrambi i casi il bambino viene scelto dalla coppia che si confronta con la nuova esperienza genitoriale prima della sua realizzazione. Un bambino scelto è anche un bambino maggiormente investito delle aspettative genitoriali. Quello che è fondamentale è che il bambino immaginato abbia la possibilità di trasformarsi in bambino reale. In entrambi i percorsi, i genitori devono confrontarsi e interrogarsi rispetto al proprio bisogno di avere un bambino, affinché quest’ultimo non debba sentirsi in colpa per non corrispondere alle aspettative genitoriali, né grato per “essere stato salvato”, nel caso dell’adozione. (Riccio, 2021, 12o).

Tratto da Le diversità di origine, M. Riccio

Se come coppia, state intraprendendo un percorso di adozione o fecondazione eterologa o state facendo i conti con l’impossibilità di avere un figlio, un percorso di consulenza psicologica può essere utile per affrontare i temi in maniera serena ed evolutiva. Ricevo a