Il lutto famigliare: la famiglia di fronte alla morte

Il lutto famigliare  è uno dei possibili eventi del ciclo di vita. Rispetto al ciclo di vita della famiglia bisogna fare una distinzione tra eventi critici prevedibili o normativi ed eventi imprevedibili o paranormativi. I primi, si riferiscono a quegli eventi che, in qualche modo sono attesi come nascite, matrimoni, uscita di casa dei figli. I secondi, si riferiscono a quegli eventi che non sono del tutto prevedibili come crisi economiche, malattie o morti premature. Il superamento di questi eventi richiede una capacità di attingere a tutte le risorse di cui una famiglia dispone e ad anni di continui riassestamenti per essere superati. Nonostante il concetto stesso di ciclo di vita comporta un confronto con la temporalità dell’esistenza e con il susseguirsi di fasi che incontrano nascite e morti, quest’ultimo evento è il più critico e grave che la famiglia deve affrontare nella propria storia.

Come afferma Andolfi il lutto è “un affare di famiglia”, ed è quindi all’interno del contesto familiare che vanno ricercate le risorse per la sua risoluzione o intercettate le ragioni che rendono la sua elaborazione complicata.

La morte è quell’evento che più degli altri compromette l’equilibrio di modelli relazionali poiché modifica la struttura della famiglia, indipendentemente dalla qualità delle relazioni affettive presenti al suo interno. Si assiste ad una vera e propria destrutturazione del sistema e delle sue relazioni. La morte di un membro della famiglia comporta la riorganizzazione e decisivi cambiamenti nell’identità e negli scopi della famiglia, alcuni a breve termine, altri in tempi più lunghi che potranno interessare anche le generazioni future.

Essendo il lutto un evento critico, come per altri eventi, vi sono specifici compiti di sviluppo che la famiglia deve assolvere. Se questi compiti saranno assolti in maniera evolutiva e funzionale, nel corso del tempo la famiglia riuscirà a ritrovare un nuovo equilibrio e una nuova serenità, tenendo vivo il ricordo e la memoria della persona cara e iscrivendola all’interno del percorso di vita familiare.

I compiti evolutivi, individuali e familiari

I principali compiti evolutivi si dividono in:

Individuali:

  • accettare la realtà della morte;
  • elaborare il dolore e la tristezza della perdita;
  • inserirsi in un contesto di realtà in cui si rimpiange la persona scomparsa;
  • trovare un posto adeguato per la persona scomparsa nel sistema familiare e continuare a vivere.

e familiari:

  • riconoscere la perdita e favorire che ciascuno viva il proprio lutto favorendo l’espressione delle emozioni in ogni membro della famiglia;
  • Rinunciare alla presenza della persona scomparsa;
  • Riallineare i ruoli intrafamiliari: la famiglia deve permettere la propria riorganizzazione per favorire la ridistribuzione dei ruoli e la ricostruzione di una nuova identità e di un nuovo assetto;
  • Riallineare i ruoli extrafamiliari;
  • Accettare la conformazione del nuovo sistema familiare che emerge dal precedente e l’ingresso in una nuova fase del ciclo di vita familiare.

Tratto da “La psicoterapia del distacco” di S. Di Caro

 

Farsi sostenere nell’elaborazione del lutto è utile per evitare di incorrere nella cristallizzazione del dolore e nel lutto complicato. Per ulteriori informazioni o per fissare un appuntamento contattami. Ricevo a